venerdì 21 gennaio 2011

JAPAN FOOD

Bè ragazzi, che soddisfazione !!

Stasera ho finalmente trovato un  avversario degno di  competere con Bento.
Vi chiederete di cosa stia parlando! Soprattutto se lo chiederà chi non vive o frequenta Treviso.
Bento e' uno dei pochi locali di Treviso dove puoi dire di aver mangiato un ottimo sushi: sempre pieno , conosciuto da tanti assidui frequentatori del cibo japanese. Si trova nel centro di Treviso, a pochi passi da Piazza dei Signori.
E' un locale molto piccolo,  ma con un  servizio eccellente e con piatti che non  tradiscono mai.
Tuttavia stasera ho trovato un locale che compete degnamente con il primo, e per certi versi lo supera anche.
Zushi Treviso ( www.zushi.eu ) e' un locale che fa parte della catena Zushi. Fin dall'ingresso merita attenzione.

L'accoglienza da parte del personale e' stata eccellente ( nonostante non avessi prenotato ed il locale fosse pieno, mi hanno trovato subito un posto). Ho avuto la fortuna di aver avuto un tavolo con vista diretta sulla cucina, parte integrante del locale ma separata da una vetrata. Così dà modo di vedere il lavoro dei cuochi che con  maestria si destreggiano tra barche giganti di legno e vassoi zeppi di sushi.
Servizio impeccabile, pulizia estrema e un accogliente ambiente fanno da contorno a  piatti che entusiasmanti. Ne ho gustati  tre, tutti eccezionali. Non vi dico i nomi soltanto perchè il menù offre veramente tantissime soluzioni da provare nelle prossime occasioni.
E' un posto che consiglierò a tanti, soprattutto a quegli amici che mi seguono costantemente in questa sana follia culinaria.

mercoledì 12 gennaio 2011

QUANDO IL TROPPO STORPIA

                                                                                     E’ già da diverso tempo che seguo la trasmissione della rai “ la prova del cuoco” e devo dire che è una trasmissione divertente e in grado di offrire innumerevoli spunti  per  chi come me è appassionato di cucina.
 I cuochi sono professionisti, portano davanti alla telecamera ricette regionali semplici ma sempre con un pizzico di particolarità.
 Le rubriche sono accattivanti e spiegate in modo dettagliato e piacevole.
 Inoltre l’idea di far partecipare persone “comuni” ma con passione per la cucina rende il format ancora più accessibile ed appetibile.
 Devo infine ammettere che, nonostante il cambiamento per quanto riguarda le conduttrici, il programma ha mantenuto l’originalità e la professionalità che lo hanno sempre contraddistinto, grazie all’ottimo lavoro dei produttori.
 La Clerici è spontanea e naturale, dimostrando ancora una volta che con la semplicità si riesce ad entrare nelle case e nell’interesse del pubblico.
 Tuttavia, nelle settimane precedenti al Natale, ha iniziato a pubblicizzare il suo nuovo libro di ricette, presentandolo come una raccolta di suggerimenti ed idee provenienti dai suoi amici e dalla sua famiglia.
 Ogni giorno per tre mesi non ha perso occasione per mettere in luce la sua creazione.
 È quindi con forza e convinzione che mi sento di poter affermare che il troppo storpia, che tre mesi sono più che sufficienti per convincere gli italiani ad acquistare un libro!
 Ogni giorno gli stessi slogan promozionali.
Mi viene difficile non pensare, anche se soltanto per un attimo, a tutti i giovani scrittori che non riescono a pubblicare un libro. Gli stessi giovani che per anni con lauree, impegno, ricerca e studio tentano di sfondare nel settore dell’editoria.
Penso a quelli che sono disposti a tutto per avere una sola chance di dimostrare le loro capacità, penso a tutti coloro che ricevano così tante porte in faccia da parte degli editori che alla fine desistono.

Alla rai e agli autori del programma  vorrei chiedere: perché non dare spazio a nuovi, giovani e sconosciuti scrittori di libri di ricette?
Perché non dar loro lo stesso spazio dato ai partecipanti alla gara?
 Alla Clerici mi permetto invece di consigliare di continuare ad essere sempre cosi semplice nella sua spontaneità, ma di non ripetere mai più che c’è un suo libro in circolazione.

mercoledì 5 gennaio 2011

IL SUCCESSO DI UNA SERATA

Appuntamento per tutti  alle 20.30.
Passo l'unico pomeriggio di ferie davanti ai fornelli, anche se sarei potuto stare tranquillo e rilassarmi, dato che il lavoro in questi giorni è estenuante.
Cosa mi spinge ad impegnarmi cosi tanto?
Sono stimolato da innumerevoli sensazioni:  il bisogno di esprimere la mia creatività, cucinare per mettermi alla prova, inventare, sporcarmi le mani, sporcare pentole e tegami.
 Il piano di lavoro è pieno di bucce e scorze, gli attrezzi, come animati da una forza disneyana, si muovono vorticosamente.
Ho imburrato, spalmato e infornato.
E poi l'attesa... in piedi. Le ginocchia si riscaldano grazie al calore del forno acceso a 200°.
La zucca è già fumante, saporita. Aspetta mani sapienti, che la uniranno al riso, all’intruglio di burro e cipolla dal profumo inequivocabile e ad un eccellente prosecco trevigiano.
Quelle mani nascoste da una figura come la mia, che spesso e volentieri si sovrappone in modo eccessivo.
Mani che vorrebbero lo spazio che dovrei imparare a rispettare.
 E' il momento di apparecchiare un tavolo che attende alcuni oggetti a lui conosciuti ed altri invece nuovi, recuperati in un mercatino, apposta per l’occasione.  Oggetti che lo renderanno unico e gli daranno una nuova luce.

Ma ciò che rende tutto questo utile e logico è rappresentato dalle persone che circonderanno quel tavolo per un'intera serata.
Persone che non avresti mai immaginato vedere assieme, persone di età a prima vista incompatibili.
E invece la vera sorpresa è proprio questa, grazie a loro la serata diventa un successo.
Grazie al loro atteggiamento positivo e alla curiosità che nasce dall’incontro tra persone fino ad allora sconosciute, il cibo diventa un contorno di alta qualità.
Ma i veri protagonisti sono  i racconti fatti di ricordi di epoche lontane e vicine, i sorrisi, le risate e la voglia di stare insieme.